26 novembre 2012

ZUPPA DI CICERCHIE E BROCCOLI

Questo post merita una premessa perchè mi sono imbattuta nelle cicerchie in un modo un po' buffo. Insomma, un paio di mesi fa la Zia mi propone di portare insieme le bimbe all'Acquario di Genova. Nonostante ci fossimo state appena a marzo scorso, mi è sembrato carino cogliere l'occasione di passare una domenica con lei, indipendentemente dalla destinazione. Per cui siamo partite alla volta di Genova. Praticamente all'uscita dell'acquario, in una specie di galleria dello shopping, si trova una "Bottega solidale" davvero carina e ben fornita. Nel cercare delle tisane "dopopasto" mi sono soffermata a guardare i prodotti di "Libera Terra" e mi ha incuriosito la confezione di "Cicerchie" che appunto non avevo mai visto.
Aggiungo che la signora del negozio era estremamente carina e aperta e desiderosa di fare due chiacchiere, per cui mi dice: "Lo sa, vero, come si devono trattare le cicerchie? Intendo per via dei porblemi neuroligici..." Insomma: già non avevo idea di cosa fossere le cicerchie, meno che meno sapevo come si cucinassero... ma che anche dessero problemi neuroligici mi sembrava un po' troppo...
E alla fine... ma chi se ne frega? La signora mi ha dato un paio di dritte e, nell'attesa di tornare a casa e documentarmi, io intanto le ho comprate...
E, a questo punto, un po' di teoria. Le cicerchie (o cecerchie) sono legumi antichissimi, dalla forma particolare, forma che ricorda il mais, con un colore simile al giallo.
La Campania aveva una grande tradizione nella produzione di questo legume; in particolare, nei Campi Flegrei, ne erano diffusissimi la coltivazione ed anche e soprattutto il consumo. Il consumo era particolarmente elevato perché la cicerchia si presentava come una pianta dei poveri, se non addirittura della carestia, riuscendo ad attecchire facilmente e necessitando di ridottissime quantità d'acqua. La produzione e il massiccio consumo (soprattutto tra i contadini) delle cecerchie s'interruppe perché, incredibile a dirsi, questo legume poteva portare a una malattia, il latirismo, malattia che può condurre addirittura alla paralisi degli arti inferiori. In effetti la cicerchia contiene un glucoside che può provocare disturbi al sistema nervoso, ai nervi motori e sensoriali. Il segreto però è semplice ed è proprio quello a cui si riferiva la signora della Bottega: le cicerchie vanno mangiate cotte, avendo cura però di metterle a mollo una notte (o anche 24 ore) e cambiando l'acqua più volte. Infatti, in questo modo il glucoside va via. Nell'acqua dell'ammollo è buono aggiungere anche un rametto di rosmarino e qualche seme di finocchio. Ovviamente in rete si trovano tutti gli approfondimenti del caso...

Ingredienti (x 6 persone)
1 broccolo bio
1 patata
odori misti per soffritto (carota, cipolla, sedano, prezzemolo)
1 cucchiaio concentrato di pomodoro
1 dado
olio d’oliva
sale

Per prima cosa, viste le premesse..., mettere a bagno le cicerchie in acqua fredda per almeno 12 ore, cambiando l'acqua più volte e infine sciacquarle bene. Dopo l'ammollo cuocere le cicerchie per circa 40 minuti nella pentola a pressione (o un po' più a lungo in una pentola normale). Scolare le cicerchie ma tenre da parte il liquido di cottura.
Preparare il trito degli odori con il tritatutto; prelevarne un pugno: quello che avanza si può mettere in freezer e usarlo per una prossima preparazione.
In una pentola mettere un velo d’olio d’oliva e il trito, far insaporire un paio di minuti a fuoco basso. Aggiungere le cicerchie e farle insaporire qualche minuto, quindi aggiungere di nuovo il brodo e portare a bollore.
Nel frattempo tagliare a cimette il broccolo romano ed aggiungerlo nella pentola insieme al concentrato di pomodoro, il dado da brodo ed la patata tagliata a dadini piccoli. Aggiustare di sale.
Cuocere a fuoco dolce finchè il broccolo sarà perfettamente cotto. Sevire con un filo d'olio d'oliva a crudo.

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Mi fate sapere se l'avete provata, se vi è piaciuta o solo vi ho ispirato qualche buon proposito? Grazie in anticipo...

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